lunedì 21 maggio 2012

Signora, serve un aiuto...?





Durante la visita d'istruzione a Trieste il prof. Vacca e alcuni alunni hanno pure aiutato una signora con l'auto in panne... saranno riusciti i nostri eroi nell'impresa?....ehmm...


Enaiat Akbari


"Giovedì 10 maggio noi studenti delle classi terze ci siamo recati al teatro di Artegna per ascoltare l’intervento di Enaiat, abbreviativo di Enaiatollah.
Enaiatollah Akbari è un ragazzo di origine afghana che, con la sua storia vera, ha commosso il mondo intero.
Ha ventiquattro anni, i capelli scuri e tagliati cortissimi e la sua pelle è color caffelatte.
Ha un grande senso dell’umorismo e gli piace rispondere a tutte le domande che gli vengono poste.
Io me lo immaginavo diverso: più alto e con i capelli lunghi fino alle spalle.
Non avrei mai pensato che parlasse così bene l’italiano e che vestisse sportivo come noi.
Quando l’ho visto seduto al suo tavolo sotto il palco ho pensato che fosse prima di tutto un gran bel giovane e poi una persona interessante da ascoltare; in effetti non mi sono annoiata neanche un momento.
E’ un ragazzo intelligente perché è riuscito a parlare in modo semplice per farsi comprendere dai bambini delle elementari ed in modo chiaro per noi delle medie.
La sua avventura iniziò da un villaggio vicino a Kabul, dove è nato; a soli dieci anni sua madre lo portò in Pakistan, a Quetta, nascondendolo sotto il burqa per proteggerlo dalle persecuzioni che venivano inflitte loro dalle altre etnie afgane.
Arrivati all’hotel, prima di addormentarsi, sua madre gli fece giurare che nella sua vita non avrebbe mai fatto uso di droghe, di armi e non avrebbe mai rubato. Queste promesse lo accompagnarono per tutta la vita facendolo diventare un “brav’uomo” come sua madre desiderava.
Al risveglio Enaiat si ritrovò solo. Uscì dalla camera, andò dall’albergatore e gli chiese dove fosse andata sua mamma e lui gli disse la verità, cioè che era ritornata al suo villaggio.
A questo punto dovette prendere una decisione difficile, troppo per la sua età. Si convinse di partire per l’occidente con altri ragazzi, incontrati per strada, per rifarsi una nuova vita.
Quasi un anno dopo Enaiatollah arrivò in Iran dove lavorò in un cantiere, nel quale veniva sfruttato e maltrattato.
Successivamente si recò ad Instanbul, dove lì, per sua grande sorpresa, scoprì il mare. Lui e i suoi amici avevano paura perché avevano sentito dire che nel mare c’erano i coccodrilli.
Riuscirono anche questa volta, però, a superare l’angoscia e l’ansia e con una barca a remi arrivarono sull’altra riva, in Grecia.
Lì Enaiat incontrò un’anziana che lo aiutò a giungere sano e salvo in Italia, dove tuttora vive.
A Torino ora studia giurisprudenza ed ha un sogno: portare i principi della Costituzione e la libertà italiana in Afghanistan.
Dal giorno in cui si è trovato solo nella stanza d’albergo, Enaiat non ha più visto sua madre, tuttavia, da quando si trova in Italia, si tengono in contatto continuamente tramite il telefono.
Ci ha raccontato di essere diventato zio in quanto sua sorella, rimasta in Afghanistan con la madre e il fratello, ha dato alla luce due bambini.
La sua è una storia ricca di avventure, a volte troppo forti non solo per noi ragazzi ma anche per gli adulti occidentali che spesso sottovalutano quanto accade nei Paesi poveri.
Fabio Geda, scrittore italiano, ha voluto riportare in un libro dal titolo “Nel mare ci sono i coccodrilli” la vita vera di Enaiatollah Akbari. Questo romanzo è stato tradotto in 35 lingue.
Sono rimasta sbalordita per come ha raccontato così tranquillamente, senza alcuna esitazione, la sua drammatica storia. Enaiat si è commosso solo una volta quando ha parlato della sua famiglia, soprattutto di sua madre.
Se fossi stata in lui, in quell’hotel, mi sarei messa a piangere e a sperare che mia madre ritornasse a prendermi, così avrebbero fatto sicuramente quasi tutti i miei compagni e non avrei trovato la forza di sopravvivere in quella situazione. Di certo Enaiat è un grande modello di forza e coraggio e trovo veramente sensazionale che riesca a trovare il tempo ed il modo per andare tra la gente a far conoscere il mondo difficile in cui è cresciuto."


GIULIA


Un grazie specialissimo alla collega ELENA MATTIUSSI che ci ha permesso di partecipare all'incontro di Artegna.



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